Vladimir KALLISTOV

28 Ottobre 2011 ore 13 circa. Cremona.

Arrivederci Vladimir. Non ti avevo mai visto tanto sereno prima d’ora. Quando ci incontravamo nel corso degli ultimi tormentati tuoi anni, eri sempre agitato, sprizzavi attività, idee, disposizioni, come mai prima. Ricordo che una volta avevi istintivamente rimproverato una mia lentezza nel capire le tue precise istruzioni. Rimprovero meritato per un signore 16 anni più anziano di te. Ma quante volte poi ti eri scusato! Troppe. Eri tormentato, confuso, offeso con una natura tiranna. Correvi affannosamente verso un futuro che sentivi sfuggirti. Ora sei sereno, felice, fra le braccia di Dio.

Eravamo grandi amici io e te, Vladimir. Eppure ci eravamo conosciuti per la più banale e squallida delle ragioni. Io vendevo e tu compravi. Io avevo deciso di mettermi al servizio di chi, come te, viveva nel buio. E tu compravi i modesti strumenti tecnologici che ti proponevo, e che ti consentivano di illuminare, benché tenuemente, il tuo buio. All’inizio non sapevo neanche quanto raffinato musicista tu fossi. Non conoscevo la forza incredibile del tuo intelletto. Ma presto mi sono reso conto di quanto straordinaria fosse la persona imponente e dalla voce tonante che mi trovavo spesso di fronte. Sono passati quasi venti anni da allora. E tu da balbettante e incerto principiante di informatica sei diventato stimato professore e ricercato consulente. Da musicista di strada sei diventato compositore pluri premiato, pluri laureato, e rappresentato in prestigiosi teatri. Da immigrante sperduto sei diventato degno e stimato cittadino Italiano. Da povero e disperato cittadino di terre lontane sei diventato proprietario di un piccolo ma solido patrimonio in Italia. E per me, da ennesimo cliente sei diventato grande, insostituibile amico.

Ma non finisce qui, caro Vladimir. Aspettami. Presto ci rivedremo lassù. E spero di non meritarmi ancora i tuoi rimproveri. Sono certo che, anche lassù, tu passerai presto da timido principiante a grande esperto. Spero che,quando busserò anch’io a quella porta, tu potrai aiutarmi, affinché anche io mi possa ambientare, rapidamente e bene come te. Lassù, in Paradiso.

Nunzio